Imprevedibili limiti- N°009

Sapere una cosa e farne esperienza. Una leggerissima differenza che sto sperimentando sulla mia pelle.

Imprevedibili limiti- N°009

Son stato assente due settimane, "Noah" culpa. Non vedevo l'ora di scrivere nuovamente, in questo momento così denso e significativo. Questo è un post alla James Joyce, portate pazienza e divertitevi ad immedesimarvi in un neo papà.


In cucina ho riservato uno spazio sotto un pensile dove scrivo dei post-it che mi invitano a riflettere. Uno di questi recita “La vita accade”. La frase completa voleva essere “La vita accade, accorgitene”. L’ho lasciata incompleta perché l’essere consapevole del tempo e delle azioni deve essere una scelta, non un consiglio dall’esterno.

Nello srotolarsi di avvenimenti ed esperienze, l’arrivo di Noah è quella che in maniera più sincera e profonda mi sta ricordando l’essenza della vita. Un campo quantico entrato nella nostra parabola temporale che è diventato un nuovo centro di gravità ancor prima di nascere. È accaduto per scelta, e manifesta l’imprevedibile e il mistero in ogni suo momento.

Di questi 10 giorni di vita potrei parlarne per migliaia di parole, ma voglio ricordarmi soprattutto del senso di limite che sperimento ogni giorno.

Avevo già parlato di come, al timone di una barca a vela, la rotta che desideriamo seguire è solo un’intenzione. Questa va cocordata con gli agenti atmosferici, le correnti e con tutti gli altri fattori esterni che indirettamente fanno navigare verso la meta, ma lungo delle direttrici che non avevamo previsto. Come dire, sul timone ci sono le nostre mani, ma anche quelle della natura e della vita. E tutte e 6 sarebbe bene si muovessero coordinate.

La bussola senza nord - N°008
Lasciarsi alla deriva, un modo semplice per continuare a meravigliarsi.

Da padre, quello che avevo sperimentato in mare, lo sto vivendo in Technicolor quando sono con Noah. Sebbene sia un essere completamente dipendente da noi, allo stesso modo siamo completamente dipendenti da lui.

Il sospetto, poco romantico e preannunciato, è che il padre, in queste prime settimane, sia… abbastanza inutile. Non ho le zizze, e con esse mi mancano il 99% delle armi a disposizione per soddisfare i bisogni fisiologici di questa creatura (rimanendo nel perimetro dell'allattamento al seno ovvio).

Certo, c'è l'affetto, l'amore, le coccole e tenerlo in fascia scalda il cuore di entrambi, ma quando ha fame e vuole la zizza, non c'è santo che tenga. Di tutte le cose che so fare e dire, anche quelle più compassionevoli, non c'è n’è una che possa soddisfare il bisogno di Noah (a meno di ricorrere a biberon e formula).

E questo mi lacera il cuore.

Abbiamo scelto di stare quanto più possibili naturali, per viverci a pieno questo momento con tutte le difficoltà del caso. Niente scorciatoie quindi, che nella vita sappiamo bene presentare il conto prima o poi. È un tornare alle origini, spogli delle comodità odierne che lasciamo volentieri agli altri.

Se mi fermo ad osservare però, è tutto perfetto così com'è. La scelta di vivere vicino al mare, di stare un po' scomodo tra una barca, un divano rasoterra e un materasso del letto duro come il legno. Di creare senza paura e senza sapere tenere in braccio una creatura. È un modo per molti stupido, ma che mi ricorda che esisto. E sì, è tutto tremendamente perfetto. Dal cuore abbattuto quando non posso alleviare il pianto di Noah, a quando esplodo in lacrime guardandolo addormentarsi quando gli canto “L’albero delle noci”.

Mi ricordo, non senza dolore, dei limiti invalicabili della vita. Io, viaggiatore astrale, che so stare sia fermo immobile per giorni sia scendere in MTB veloce tra gli alberi, devo misurarmi con il camminare normalmente. Camminare lento, aspettare talvolta, riprendere a camminare con ritmi che non sono miei. Navigare mi aveva preparato a molti aspetti della vita, ma nulla è come l'arrivo di un figlio, anche se lo sentiamo come la naturale evoluzione di noi stessi.

È una scuola, che mi auspicavo fosse d'impatto ma mai avrei immaginato essere così profonda. Ed è perfetto così, nella mia impotenza, nel mio accettare di non poter essere diverso, ma di essere unico. Anche per Noah.


Cosa sto leggendo

  • A wild mind di Andrea Bariselli, per ricordarmi che la natura ha tutte le risposte.