Guarda Milano
Sempre più spesso la mattina mi trovo sul binario opposto al solito, generalmente più gremito e nervoso.

Sempre più spesso la mattina mi trovo sul binario opposto al solito, generalmente più gremito e nervoso.
Salire a Como per certi versi è un privilegio perché ci si può assicurare una seduta, merce rara su questo treno. Lo sbarco a Centrale è dei più stereotipati: fiumi di gente che vorrebbero accelerare il passo verso le uscite ma ne sono impossibilitati. Un passo svelto con la destra ed uno lento con la sinistra per non inciampare sui talloni altrui.
All’inizio quando toccava a me fare la formica mi sentivo microscopico, a servizio della metropoli, uguale agli altri. Oltre all’odore di Milano mi portavo a casa anche il suo nervoso.
Con un po’ di esercizio ho imparato ad osservare e le cose sono cambiate radicalmente. Piedi rapidi, bocche che parlano emozioni, i primi capelli bianchi, le prime rughe da stress e non da sorrisi, vestiti che parlano più delle persone. Con un po’ di attenzione in più trovo altri come me, che osservano e procedono indisturbati
Ho trovato il mio modo di vivere in una metropoli: osservo, registro, vado oltre.
I palazzoni ricorperti di graffiti iniziano a prendere un senso una volta che sbircio i campanelli, quando vado oltre i riflessi delle vetrine e tutte le volte che cambiano gli odori in prossimità di una porta.
Così riesco anche a sentirmi meno formica 🐜.